La notte se n'è andata
come una fucilata
e i resti cadono abbattuti
sopra l'uomo del Gibbuti
sguardo di paraffina
sopra il banco perlinato
puzza di chiuso e di benzina
sul parterre disinfettato
nuvole gonfie sopra il cielo
la banda suona un funerale
fango, e anatre per strada
due fari gialli contromano
vanno spediti come cani
randagi in mezzo alla pianura
fino alla fabbrica di ghisa
forno di musica e di luce
statuario Ciaina appoggia il piede
tra oriundi e truzzi in larga schiera
e in mezzo al mucchio una che sbatte
gli occhi come slot machine
lui ci ha le tasche piene d'oro
e dal sorriso ha perso i denti
anelli e grossi per lo sguardo
fessure umide e pazienti
Nic guidava il lamierone
niente sbirri per la strada
passa il turno del boccione
la radio suona indiavolata
Cato dietro parla e fotte
pare il grande lova lova
fotte e parla e tira botte
tra lattine e molle rotte
di all'amica non voltarti
e stringiti in mezzo al sedile
lei prima piange e dopo ride
vuole il suo turno nel privè
Nic la tratta col la cinghia
lei la lascia fare e stringe
il velluto con le unghie
più lui mena più lei stringe
Io ti ammazzo con la birra
non ti far vedere più
ti sotterro con la birra
non ti far vedere più
imbestiati dalla birra
dentro o fuori e così sia
muri sopra e muri intorno
la birra è tutto quel che c'è
Ciaina russa chioccia e sbuffa
fa un rumore di trattore
gratta gira e ancor si gratta
poi si alza con la schiena rotta
siede addosso alla sciacquone
e non trovò più niente da dire
fuori solo un ostinato
latrar di cani e segheria
la notte se n'è andata
come una fucilata
il cielo è grave e gonfio adesso
come una colpa presa addosso
il buco che la notte riempie
il mattino lo trivella
finché arriva come niente
la spugna che tutto cancella
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