Villa Verba
Apro la porta di una vecchia villa e vi entro. Vista da fuori è inmensa e maestosa. Dentro non vi sono mobieli e pavimento, ma colline erbose ed un cielo azzurro e terso. E' una bella giornata di sole, oggi a villa Verba. Mi guardo intorno ammirato più che stupito. Bambini che corrono felici, persone che discutono tra loro all'ombra dei pochi alberi. Questo insieme all'odore della primavera, accende in mè quella felicità innata del bambino che sà che è finalente arrivata la stagione giusta per giocare.
Perso nella mia gioia, nei miei pensieri, inizio a camminare in mezzo al verde.
Improvvisamente c'è una strada asfaltata di fianco a me, stò camminando su un marciapiede. Qualche casa e qualche albero mi circondano, sono in mezzo ad un paese. Noto una panchina in legno sul lato opposto della strada, sopra vi è seduto un ragazzo. Non ha un aspetto particolare, deve avere sui 25 anni, capelli lunghi con la coda, maglia nera e pantaloni. Magro ed alto aspetta lì sulla panchina. Il suo aspetto è anonimo sì, ma il suo modo di sedere è particolare: se ne stà con un piede appoggiato per terra e la caviglia opposta appoggiata al ginocchio. Con il gomito appoggiato all'altro ginocchio, usa la mano per sostenere pigramente la testa, coprendo così il mento e la bocca. Mi sorprendo a fissarlo.
Lui invece non mi nota per niente, osserva assorto la strada e le macchina, sulla faccia è dipinta un'espressione pensierosa e distratta.
E' allora che accade ed io osservo tutta la scena: a qualche metro compare una macchina guidata da un uomo, gli occhi del ragazzo sulla panchina ne seguono il movimento ma apparentemente senza destare l'attenzione del ragazzo, la sua espressione rimane la stessa. A cambiare è invece l'espressione del guidatore che improvvisamente diventa contratta, tesa, terrorizzata e allo stesso tempo spaesata e sorpresa. Fissando la panchina, il guidatore accelera ed inizia a dirigersi verso questa, tenendo saldamente il volante tra le mani. Ora tutto il corpo pare teso, non solo la faccia. Il ragazzo invecie rimane imperturbabile, continuando a fissare la macchina, con fare quasi rassegnato e sereno. Mi pare di scorgere un velo ti tristezza nei suoi ecco, eppure non saprei dire con certezza, nonostante abbia gli occhi puntati verso la macchina, se il ragazzo vi presti attenzione. Inesorabile l'impatto e poi nero. Mi sveglia una fastidiosa luce negli occhi, sono disteso e sopra di me la faccia di un uomo che mi scruta puntandomi una luce in faccia. Giro gli occhi e capisco di essere disteso sul marciapiede. La testa gira e sono intontito, eppure mi rendo conto di essere circondato da ambulanze, macchine della polizia e curiosi...
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3 commenti :
ciao jurgo spero tu stia bene.ho letto questo post ma e' un sogno?
intendevo dire e' un racconto di un sogno che hai fatto? ciao buona serata
ciao, no è solo un racconto. Niente sogni :-P
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